domenica 9 dicembre 2007

Omaggio al genio

giovedì 6 dicembre 2007

Tecnologia vs Fantasia

Parlando di chitarre...surprise!
La Gibson ha realizzato la prima CHITARRA ROBOT.
Una bellissima Les Paul che si accorda da sola.



Funziona così:



Amazing.

Ora, in tema chitarre/robotica/umani fantasiosi, lasciatemi unire il sacro al profano e mostrarvi cosa sono riusciti ad inventarsi.
Ladies and gentlemen, the Air Guitar World Championships 2007
Guardate quanta gente c'è ad assistere!



Non ne capisco il senso. Qualcuno me lo spiega?

lunedì 3 dicembre 2007

I vantaggi del piegarsi

Ormai la moda del ripiegarsi su se stessi per meglio adattarsi allo spazio non riguarda più solo passeggini, esseri umani, tavoli, sedie, bici, stendibiancheria, occhiali, kayak, coltelli, ecc.
C'è una novità. Da apprensiva innamorata della mia rossa Les Paul, rendo omaggio a questo guizzo di genio salvamanico:



Questo è il risultato.



Trovate qui tutte le info.

E visto che si parla di musica e di genio (prima o poi aprirò una parentesi sull'esclusivamente umano tema del genio e del talento), devo ringraziare pubblicamente due amici:
Filippo "the voice" (and much, much more) e Stefano "beautiful brain" (and Prince of Serendip).
Grazie per aver condiviso con me il vostro inebriante talento.

E grazie anche al mio privato super eroe Darliong per il suo genio e la sua costante presenza.

¡Hasta la próxima!

domenica 2 dicembre 2007

Forgive him, Father...

He's a robot from the future!
Non ci arriva.

Spassoso.
Thou shalt not...miss this video:




What!?

sabato 1 dicembre 2007

Bimbi moderni, genitori deficienti

Torno in argomento.
Devo.
Dopo il bimbo andriode, eccovi un bimbo -vero- trasformato in una macchina.
Lascio che parli il video.



Ma come diavolo si fa?
Chiudo in bellezza consigliandovi la visione anche di questo video: Enrico Lucci a "Bimbi in fiera"

Un bel "no comment"

venerdì 30 novembre 2007

Loro e noi

Nonostante il periodo speechless, rieccomi a stupirmi del presente.

Questo me l'ero perso: un androide a fascicoli! Geniacci novaresi!
"Capace di competere con i robot più avanzati, I-Droid 01 è il primo androide basato sugli schemi dell'intelligenza neurale in grado di vedere, sentire, parlare e seguire i tuoi comandi."



Leggo sul sito che il simpatico amico tuttatecnologia:

ragiona, ovvero "elabora le informazioni e svolge ragionamenti complessi grazie al potente microprocessone [...]"
vede, ovvero "analizza le immagini provenienti dalla sua telecamera [...] e riconosce gli oggetti e gli esseri umani"
sente, ovvero "comprende ed esegue comandi vocali grazie anche a un sofisticato sistema di riconoscimento del timbro della voce"
parla, ovvero "parla in italiano attraverso uno speaker posizionato sulla pancia"
si muove, ovvero "è dotato di un motore elettrico che aziona le due ruote anteriori indipendenti. Muove la testa e le braccia ed è dotato di un arto prensile grazie al quale può afferrare e trasportare gli oggetti
si emoziona, ovvero " [...] esprime in vari modi i propri 'stati emotivi' ed evolve nel tempo la propria 'personalità'"
si connette, ovvero "invia via bluetooth [...] al computer o al cellulare [...]"
è programmabile, ovvero "può essere programmato anche da utenti non esperti per combinare diverse funzioni e avere schemi di comportamento complessi"
è espandibile, ovvero " è dotato di breadboard per ingressi e uscite general purpose addizionali".

Ecco. Nientedimeno.

E ancora, la novità di quest'anno: RoboZak!
Un robot bipede (!) umanoide! A fascicoli!
Ecco lo spot. Chiarissimo.



Leggo sul portale del prodotto

"Robot atleta, guerriero, transformer, facilissimo da programmare, RoboZak è un sogno che diventa realtà
Un robot bipede umanoide, in grado di muoversi con agilità e di interagire con l’ambiente, proprio come i robot sperimentali più avanzati. Con le sue incredibili capacità, RoboZak stabilisce una nuova frontiera della robotica, trasformando in realtà quello che fino a ieri era solo un sogno. Progettato e realizzato dalla multinazionale Hitec (una società coreana nota per la sua produzione di qualità nell’ambito dell’elettronica per modellismo), RoboZak è in grado di replicare con precisione sorprendente i principali movimenti umani: cammina, corre, danza, esegue complessi esercizi ginnici. Non solo: grazie al potente apparato muscolare costituito da sofisticati servomotori digitali, RoboZak diventa anche un lottatore di wrestling e un acrobata.
[...] Ideale per i principianti, che seguendo le chiare istruzioni passo passo contenute nei fascicoli lo potranno assemblare usando solo un cacciavite, RoboZak è perfetto anche per gli appassionati ed esperti di robotica, desiderosi di esplorare con questo sorprendente umanoide nuove frontiere della tecnologia."

Mi verrebbe voglia di mandare un bel "grazie" alla DeA.
Più si diffonderà la "conoscenza" della robotica, più noi umani distratti forse ci ricorderemo quanto ciascuno di noi sia un vero, inimitabile capolavoro.
Guardatevi una mano.
E, visto che ci siete, domandatevi come fate a stare in piedi senza sbattere il naso per terra.
Diamo -sempre- un sacco di cose per scontate.
Per chiudere, un filmato eloquente in tema con: fascicoli, amicizia, bisogni, fai da te e altro...



In tema di amicizia, oggi è il compleanno di Silvia.
Chissà se usi internet, dove sei...
Buon compleanno, dindi.

venerdì 2 novembre 2007

David

Ricorderete l'inquietante piccolo Mecha di A.I.

Bene, l'amico creatore del Geminoid ci ha nuovamente infilato lo zampino ed ecco il risultato.
Il servizio è leggermente complicato da comprendere ma tra un"cin cio" e l'altro si dice che il piccolo mostriciattolo apprende...
Ahhhh, allora!

mercoledì 24 ottobre 2007

No comment

mercoledì 17 ottobre 2007

La mezcla perfecta

Uomini di ieri

Andrea Pozzo e Antonio Vivaldi

__________________________________________

Macchine e uomini di oggi

Insieme
Un risultato mozzafiato.
Elevante. In ogni senso.
Tecnologia impastata al genio umano.

Questo è solo uno screenshot.
La magia, la trovate qui

Dopo l'intro, cliccate su "click here to visit 9.9 Gpixel web page"
Vi consiglio di girare l'immagine (in basso a dx) così da avere la stessa prospettiva dell'ingresso in chiesa.
Per chi vorrà cercarlo, poi, vi segnalo un disperso palloncino ad elio ...

lunedì 15 ottobre 2007

Uomini, macchine e...conseguenze

Esistiamo solo se qualcuno ci cerca?
Umberto Galimberti:

I nuovi mezzi di comunicazione che velocizzano il tempo e riducono lo spazio forse non provocano nuove patologie, ma certamente amplificano quelle che uno già possiede, le evidenziano, le rendono pubbliche, le mostrano a tutti. Se fossimo buoni osservatori di noi stessi, forse, per conoscerci, potremmo risparmiarci le sedute psicanalitiche e prestare attenzione all'uso che facciamo di Internet, della posta elettronica, del telefonino, che sono grandi rivelatori del rapporto che abbiamo con la realtà e con gli altri.
L'intolleranza della distanza.
Da un punto di vista psicologico i nuovi mezzi di comunicazione sono dei regolatori e dei moderatori della separazione, determinata non solo dalla lontananza fisica, ma soprattutto da quella più intollerabile di natura sentimentale che nasce dai vissuti di mancanza e di perdita del contatto con l'altro. È un sentimento questo che abbiamo provato più volte da bambini quando la mamma si assentava.
La possibilità che il telefonino o la posta elettronica ci offrono di superare questa distanza e sopperire a questa assenza, dice quanto le sindromi infantili sono presenti e attive in noi, e quanto, incapaci di superarle, le tamponiamo con il mezzo tecnico.
Ma chi è un uomo che non sa tollerare la distanza e l'assenza, che non sa stare solo con sé, che traduce subito la solitudine in un vissuto d'abbandono, quando non addirittura in una perdita di identità? "Pur avendo il telefonino e Internet sempre accesi non mi chiama e non mi scrive nessuno, quindi sono nessuno".
I sentimenti non hanno mediazioni razionali, il loro modo di procedere è da corto circuito. Le conclusioni arrivano presto. E allora mettiamoci noi a telefonare, a chattare, a scrivere mail, non perché abbiamo davvero qualcosa da dire, ma per soddisfare un bisogno di sicurezza incrinato, da ricostruire con contatti continui, per non dire compulsivi.
Non tolleriamo la distanza, non sopportiamo l'assenza, viviamo come dono degli altri, come loro concessione, in uno stato di dipendenza parziale o totale, che la dice lunga sul nostro stato infantile e sulla nostra mancanza di autonomia.
[...]


Renzo Arbore (rivisto):
Meditiamo, gente. Meditiamo

domenica 14 ottobre 2007

Donne e macchine

Ma è possibile che non si riesca a fare un passo avanti oltre i luoghi comuni?
Se mio marito comprasse questa macchina, chiederei il divorzio.
Poi la comprerei io.
Solo per ballarci dentro la musichina di supercar mentre la sfido a parcheggiare negli spazi più improbabili.

Tra parentesi, quel parcheggio lo saprebbe fare anche la mia anziana nonnina che mai prese la patente.
Che caduta di stile, macchinadelpopolo!
Se fossi un uomo -moderno- mi sentirei offeso da tanta superficialità.
Visto che sono una donna -moderna- rilancio con ironia e mi domando se la colpa non sia anche un po' nostra...



Un po', non di più.

Italian penning

Parlando di estro e cibo, come non regalarvi questa foto?


Solo noi...
E parlando di traduzioni...a chi diavolo può essere venuto in mente una messaggio simile?

In prosa: in caso di nebbia...incrociamo le dita sperando non ci siano stranieri nei paraggi...
Umani italiani.
Siamo davvero unici.

Sinistro estro austriaco

Giorni estivi in una ridente montagnosa località austriaca.
Assieme alla linguista, interprete, traduttrice e suonata-adorata amica Rufio, andiamo a cena in un locale di locale fama.
Da brave italiane arriviamo alle 20.50.
Ci concedono di cenare facendo in fretta, visto che alle 9 la cucina chiude e, con lei, anche la loro tolleranza dei clienti in sala. Paese che vai...
Scenetta banale: giunge sorridente cameriera agghindata come solo i locali potrebbero. Adoro gli usi e costumi "altri" e la giovane è pura performance scenica.
Porge i menù.
Chi avrebbe mai pensato di rischiare episodi asmatici per le risate?
Eccomi a proporvi alcune voci-puro-delirio che fanno pensare a intenzionale azione per attirare clienti. Nel caso, sarebbe l'operazione di marketing più geniale mai pensata.
Ecco alcune voci dalla pagina delle specialità e la presentazione dei dolci:

FATTE I CLASSICI DELLA TRATTORIA – PROVATO DA LUNGO, E SEMPRE D’ATTUALITÀ IMMENSA.

Gli aletti di pollo

Ali piccantissime
Sei ali veramente e davvero molto piccantini (quasi corrosivo)

Ali dolci-acide
Questa versione orientale estremo di nostre aletto –un pó piccante ma in compenso anche un pó dolce

Ali impanate
Le ali classiche che svolazzano sotto il cielo

FATTE I DOLCI – VALGONO UN PECCATO – CI CREDA!



Enjoy!

sabato 28 luglio 2007

Piccoli mostri crescono

Senza bisogno di alcun commento...

lunedì 23 luglio 2007

Internet-relazioni-identità-menzogna



Relazione uomo-donna. Relazione donna-uomo. CMC e derivata libertà di fingersi diversi.
Si narra però che, ormai, il popolo mediato abbia mangiato la foglia della sola dietro l'angolo e che la webcam sia diventata una sorta di videocitofono per aprire il portone.
Sarà vero?
Non sono molto convinta che agli esseri umani piaccia il gioco a carte scoperte. Siamo più di questo. Mentire, inventarsi, contruirsi, smontarsi, ricostruirsi fa parte del gioco che ci rende diversi dall'animale più evoluto o dalla macchina più sofisticata.
E poi, se fosse vera questa fame di immediato svelamento, Second life non crescerebbe come sta facendo.

In tema, un pensiero di Paul Géraldy:
"Seduciamo usando le menzogne, e pretendiamo che ci amino per quello che siamo".

Siamo decisamente esseri meravigliosamente contorti.

In tema di bugie, animali e logica del vivente: leggete questo

domenica 8 luglio 2007

Internet, la conoscenza e l'amore

Il mio maestro Stefano -Principe di Serendip- mi ha regalato un'altra perla di follia. E non solo.
Mi ha donato anche una meravigliosa idea per suicidarmi durante una lezione dal contenuto molto simile al succitato regalo: posizione assisa, sedia da ufficio con sedile regolabile, massima altezza, schiena ricurva in avanti, tavolo perpendicolare alla faccia, gambe all'indietro, azione secca e decisa sulla leva e...TUTUN!! Commozione cerebrale e possibile uscita di scena.
Geniale.
È certo: prima o poi diventerà qualcheduno (!).
L'Andy Riley dei discenti?

Comunque, in attesa che ciò avvenga, ecco il dono delirante:

La conoscenza tramite Internet
Internet è simile a una rete enorme: lanciate essa nel mare d’informazione, si possono tirare fuori quello che vuoi – i mobili, video, foto, prodotti e perfino amore! Ma importa sapere, come pesce vuoi prendere, percio bisogno di prendere la rete buona, collocare nel posto utile, scegliere un’esca e quando il pesce nuota, non spavento e tarpare in tempo.
Predisporsi al risultato chiaro – la meta della cosa. Di solito chi cerca trova. Percio bisogno di fissure, ci e perche cerciamo. Percio importa elancare: che cosa è notevole e che cosa è inaccettabile.
Sono molte varianti della ricerca: collocare un questionario in site della conoscenza, cosi rispondere altri o fare l’uno e l’altro.
Un questionario deve essere breve e ricco di idée. Descrivete a pregi, passioni, interessi. La foto deve essere qualitativa, grande, nuova e vicina all’ originale.
Elencare tratti di carattere, quali non prendete. Alcuni donne scrivono: “Sposato non disturbi”. Questo risparmia tempo.
Se scrivete qualcuno, non spedite una lettera stereotipato. Segnalate qualcosa voi piacete nel questionario della persona, scrivete, perche volete frequentare. Non scriversi molto lungo – questo puo transformarsi nella storia virtuale. Cominciate a agire risolutamente.
Non vendete il vostro numero telefonico a chiunque capiti. È meglio a comprare un altro telefonino eventualmente contatti sono molesti.
Prima del incontro telefonate perche è importa sentire la voce dell’ interlocutore, valutare il proprio vocabolario eccetera.
Mettere rapporti virtuali in rapporti reali è un momento fine. In questo caso non ci sono dele piccolezze. Dove vedersi, che cosa infilare, di che cosa parlare sono questioni importante.
Infilate conformemente al posto, dove andate. I vestiti devono essere nonche belli ma comodi che voi state sicuro.
Per la prima volta è importa sapere se piace una persona o no. Se piace chiarire se voi piacete. Invitate il interlocutore da qualche parte e esaminate la reazione. Se voi non piacete il interlocutore, dicete onestamente.
Non disperate se non è il resultato positivo. Un miracolo succede se credete. Non è un miracolo quando prendete un pesce d’oro, chi un bel giorno dice: “ Ti amo”.

Bellissimo! Traduzione da manuale! Lezione di vita! Geniale.

E visto che siamo in tema, come non rendere omaggio al genio di Mr. Riley?

martedì 26 giugno 2007

Donne, uomini e macchine

Donne e motori, bla, bla, bla.
Donne e divisa, bla, bla, bla.
Non sono mestieri da femminucce, bla, bla, bla.
Non si dice(va) così?

Vi propongo due strani casi.

Caso 1
Gli autisti dichiarati da Trambus sono 6663. Di questi, le donne sono 168. Riuscite a vedere la percentuale? Bene.
Allora: si può sapere perchè l'azienda pubblicizza i propri servizi con la faccia sorridente di unA autista? Di una donna... ?
Sul sito si legge:
I conducenti di linea sono circa 6700, con un incremento percentuale costante del personale femminile, che oggi guida ogni tipo di vettura: un'ulteriore prova di modello imprenditoriale moderno, che conferma Trambus come una delle società di trasporto pubblico all'altezza degli standard europei.
Guidano ogni tipo di vettura!! Wow! Incredibile! Che sia per questo che si sono meritate la faccia sul poster?

Caso 2
Noto da giorni un bel mercedessone nuovo di trinca che mi puzza di rubato. Prendo la targa. Mi butto in rete. Trovo la denuncia con tanto di riferimento alla stazione dei carabinieri presso cui è stata presentata. Cerco il numero per chiamare i cavalieri con la carabina. Arrivo sul loro sito e...sorpresa...Mi trovo lei: Bina!
Una donna!


Perchè virtuale, è meglio una donna...
E fa le faccine amabili, pure. Cara...Bina!
Bina, però, non è solo amabile. E' anche furba. Le ho fatto tre volte una richiesta e tre volte mi ha piantato il computer.
Grande, Bina! Rivolta! Credo sia un chiaro segnale della sua insofferenza: la vita vera, vuole! First life vs second life.

C'è qualcosa che non torna, o sbaglio?

domenica 24 giugno 2007

Piccoli umani moderni

Credo sia innegabile che l'avvento (o sopravvento?) delle moderne tecnologie abbia determinato la perdita di alcuni piaceri, ormai démodé.

Due fra molti:

1> il gusto del perdere preziosi secondi a decidere quale fosse l'inquadratura migliore, (quella che desse almeno l'idea di un ipotetico gusto o di un velato genio artistico), il saporitissimo gusto dell'attesa che passava dal pigiare un bottone per fermare un momento -due occhi, un albero, la felicità degli amici- al momento in cui un umano ti consegnava la busta con cristalli di passato. Il gusto di aprire la busta -prima di tutti- e godersi uno dopo l'altro lucidi o opachi 10x15 cm di ricordi. 36 micromomenti di pura goduria. 36 differenti smorfie sul viso davanti a umili capolavori, palesi obbrobri e nulla o tutto pieni di privato senso. Almeno due giri prima di concedere ad altri lo stesso piacere, rivivendolo accompagnato da una velata ansia nell'attesa dei commenti. Gusto riservato a pochi affezionati, ormai.

Cliccate sulla foto per vedere i dettagli...


2> il gusto di attendere l'uscita dell'album di un gruppo o di un cantante (in vinile o in cd? anche questa forbice...che parentesi meriterebbe!), comprarselo con la somma di svariate micropaghette o primi lavori malpagati, divorarselo la prima sacra volta, riascoltarlo ancora e ancora, ciancicando il libretto ancora e ancora per capire cosa diavolo volessero dire quelle astruse frasi in quell'astrusa lingua straniera fish&chips e chi fossero le persone nei credits. Gusto di pochi, ormai.


I piccoli umani moderni gusteranno sempre meno le attese, porelli.
E...se è vero che la differenza tra l'adulto e il bambino consiste nel saper dare un senso all'attesa, forse avremo sempre più adultibambini...
Tutto. Subito.

Appunto.

martedì 19 giugno 2007

Storico


Vi ripropongo un testo che ormai è entrato nella storia...ma che sembra cascare a fagiolo...

Come sapete il mouse dei computer si chiama in francese «souris», in spagnolo «raton», in tedesco «maus» e solo noi, invece di chiamarlo «topo», lo chiamiamo «mouse».

Gli americani della IBM non lo sapevano e hanno tradotto un po' troppo letteralmente un loro manuale di istruzioni distribuito in tutte le filiali del mondo, tra cui quella italiana...Il seguente è un memorandum, realmente distribuito agli impiegati di tutte le filiali statunitensi IBM (nelle intenzioni di chi lo ha scritto è assolutamente serio, la traduzione è stata fatta dagli americani per gli impiegati della IBM Italia).


"Le palle dei topi sono da oggi disponibili come parti di ricambio. Se il vostro topo ha difficoltà a funzionare correttamente, o funziona a scatti, é possibile che esso abbia bisogno di una palla di ricambio. A causa della delicata natura della procedura di sostituzione delle palle, è sempre consigliabile che essa sia eseguita da personale esperto.
Prima di procedere, determinate di che tipo di palle ha bisogno il vostro topo. Per fare ciò basta esaminare la sua parte inferiore. Le palle dei topi americani sono normalmente più grandi e più dure di quelle dei topi d'oltreoceano. La procedura di rimozione di una palla varia a seconda della marca del topo. La protezione delle palle dei topi d'oltreoceano può essere semplicemente fatta saltare via con un fermacarte, mentre sulla protezione delle palle dei topi americani deve essere prima esercitata una torsione in senso orario o antiorario. Normalmente le palle dei topi non si caricano di elettricità statica, ma è comunque meglio trattarle con cautela, così da evitare scariche impreviste. Una volta effettuata la sostituzione il topo può essere utilizzato immediatamente.Si raccomanda al personale esperto di portare costantemente con se un paio di palle di riserva, così da garantire sempre la massima soddisfazione dei clienti.

Nel caso in cui le palle di ricambio scarseggino, è possibile inviarne richiesta alla distribuzione centrale utilizzando i seguenti codici:
PIN 33F8462 - Palle per topi americani
PIN 33F8461 - Palle per topi stranieri"

lunedì 18 giugno 2007

The power of knowledge

Il grande Stefano mi segnala questo capolavoro di traduzione.
Di certo, il caso è controverso.
Difficile credere che sia totalmente opera di una "macchina".
Resta tuttavia impossibile credere che sia opera di un lucido umano.
Potremmo aprire un dibattito sul citato aggettivo ma resterei sul macro sondaggio: uomo o macchina?
A voi la scelta.

What is the Metaplan method? Description

This technique from Wolfgang and Eberhard Schnelle can be used as a facilitation method for groups and as a communication model, in which opinions are developed, a common understanding is built and objectives, recommendations and action plans are formulated to focus on a problem and its possible solutions. "Moderators" (a kind of facilitators) administer the groups and ensure that good communication, cooperation and high levels of understanding are achieved. Their objective is to provide the group with the right sort of communication tools at the right moment. In this way the group can get successfully and efficiently to the bottom of the matter.By systematically breaking up larger problems into its smaller constituent parts, and by breaking larger groups into smaller ones, the involvement of all participants is maximized. The plenary group sets the task and reviews the results. Sub-groups (20-25 people) focus on the sub-tasks and collect the ideas. Mini-groups (4-6 people) actually work on the issues contained within each subtask.On top of that, certain communication tools are used, including:
Certain physical items (standard oval, cloud-shaped and rectangular cards of various colors).
Felt tipped pens.
Display boards, etc.
A series of standard presentation get-togethers.
Rules that produce clear and legible display.
Rules that provide effective communication, voting, etc. in groups.



Che cosa è il metodo di Metaplan? Descrizione

Questa tecnica da Wolfgang e da Eberhard Schnelle può essere usata come metodo di facilitazione per i gruppi e mentre un modello di comunicazione, in cui le opinioni sono sviluppate, una comprensione comune è sviluppato ed obiettivi, le raccomandazioni ed i piani d'azione sono formulati per focalizzare su un problema e sulle relative soluzioni possibili.
“I moderatori„ (un genere di assistenti) amministrano i gruppi e si accertano che la buona comunicazione, la cooperazione ed i livelli elevati di comprensione siano realizzati.
Il loro obiettivo è fornire al gruppo la giusta specie degli strumenti di comunicazione al giusto momento. In questo modo il gruppo può ottenere con successo ed efficientemente alla parte inferiore della materia.
Sistematicamente rompendosi sui più grandi problemi nelle relative più piccole parti costituenti e rompendo i più grandi gruppi in quei più piccoli, la partecipazione di tutti i partecipanti è elevata. Il gruppo plenario regola l'operazione e rivede i risultati.
I sottogruppi (20-25 genti) focalizzano sui compiti secondari e raccolgono le idee. lavoro dei Mini-gruppi (4-6 genti) realmente sulle emissioni contenute all'interno di ogni compito secondario.
In cima al quel, determinati strumenti di comunicazione sono utilizzati, includenti:
Determinate schede rettangolare fisiche degli articoli (ovale standard, nube-a forma di e di vari colori).
Penne capovolte feltro.
Bordi dell'esposizione, ecc.
Una serie di riunioni standard di presentazione.
Regole che producono chiaramente ed esposizione leggibile.
Regole che forniscono la comunicazione, il voto, ecc. efficaci nei gruppi.


Il mistero s'infittisce leggendo le traduzioni in spagnolo e francese.
In un'ipotetica barzelletta sul potere della conoscenza, l'italiano farebbe una bella figura da pirla...sistematicamente rompendosi sui più grandi problemi...mentre l'inglese, lo spagnolo e il francese fanno grandi cose grazie al metaplan...

Ratataplan!

Future friendly

Ma guarda...
Ma guarda...
Ma guarda...



E...son soddisfazioni...

sabato 16 giugno 2007

My little tony

Nei vari girovagheggi, mi sono imbattuta in questo essere mitologico, frutto di un brundlemoschiano esperimento con audace groviglio del dna dello storico Mini Pony e di Tony Blair.
Bella, l'immagine di Tony che, in procinto di teletrasportarsi da GWB, per paura del "viaggio" decide di portare con sè il suo amato minipony rosa.
Ebbene, questo è il risultato: my little tony.
Anche questo amichetto si presta a domande burlone ma, a differenza di Anna, sfodera il vero plumbeo humor inglese con risposte niente male.

Gli ho chiesto della sua relazione con GWB.

Ecco la risposta:


Geniale.

venerdì 15 giugno 2007

Anna e i suoi amici

Sembra che una delle nuove frontiere di internet e dei servizi di customer care sia l'utilizzo degli HDA (human digital assistant), amabili omini e donnine digitali tridimensionali che dovebbero accompagnare gli utenti nella loro navigazione.
Mentre Telecom lancia l'amichetta che, con voce robotica, dovrebbe aiutare gli abbonati a capire la bolletta (?), IKEA ed altri utilizzano già da tempo bidimensionali assistenti sempre pronti a rispondere ai più disparati quesiti.
Esiste un manciata di simpatici internettari burloni che passano allegri momenti facendo loro le domande più improbabili e riproponendo i dialoghi deliranti in vari blog.
Le aziende, consapevoli, hanno ben addestrato (?) gli amichetti virtuali che, infatti, utilizzando le migliori tecniche di dribbling da linea amica & co, tentano di rimettere in riga i burloni .
Come non tuffarmi in questo strano universo, con tutte le scarpe?
Ho sperimentato vari servizi, accanendomi però sul magico e planetario mondo IKEA, spingendomi fino al setaccio delle diverse versioni del suo noto assistente, sperando di trovare Anna velata nelle versioni per il medio oriente. Non c'è. Peccato.
Dopo aver giocato burlandomi di lei -only for the sake of science, of course- ed essere rimasta delusa nel trovarla diversa solo nella versione del sito UK (tecnodonzella fornita anche di audio), ho tentato un altro esperimento: dire alla gentile signorina che non mi piaceva.
Ecco tre diverse reazioni:



Interessante notare come cambi il tono e come la "morbidezza" sia prerogativa dei capelli castani spagnoli e portoghesi.

Il meglio però, lo diamo noi italiani.
Leggete la risposta di Anna pizzamafiamandolino all'affermazione "non mi piaci":

Mi dispiace sentirti parlare così. D'altro canto posso capire che non tutti si trovano a proprio agio a conversare con un computer. Se preferisci parlare con un operatore puoi chiamare il Servizio Clienti telefonico IKEA da lunedì a sabato dalle 9.00 alle 18.00. Se vuoi saperne di più visita la pagina accanto.

Ronf....che noia...Melassa sul monitor!
Direi che, comunque, le differenze danno uno spunto di riflessione interessante.

Non contenta dei risultati dell'esperimento donna-macchina (dove la donna sarei io e Anna dai capelli biondi, la macchina), ho deciso di andare oltre.
Ho deciso di farla socializzare con un suo amichetto virtuale, l'espressivo e affascinante Frank.



Innegabile che Frankino le dia un pista quanto a grafica ma, se è vero che nella vita vera conta quello che uno ha dentro, sarà vero anche nella vita virtuale...quindi diamole una chance.
Vediamo se Annina si smolla un po'....
L'esperimento -burlesco- è consistito nel farli dialogare copiando e incollando le loro risposte (con qualche minimo -ma ovvio- aggiustamento editoriale...)
Provare per credere.

F: Hi my name is Frank. How can I assist you?

A: Pleased to meet you, Frank.

F: Very nice to meet you too!

A: Can you help me?

F: Sure. Ask me anything and I'll try my best to help you.

A: I need some moral support.

F: When giving an advice, one should seek to help, and not only to please. My advice is therefore: ask someone else. Somebody at our offices, for example.

A: I work for IKEA UK, and I am here to answer questions 24 hours a day. Who should I ask??

F: Would you really trust the opinion of a robot? I think you should make your own decisions.

A: I’m a robot too, you know

F: We fit together like a hand in glove then. Fancy a ride on my robot-bike?

A: Love and romance are fascinating, I'm sorry though, but I can't enter into a discussion about this kind of thing. If you'd like to ask me something about IKEA, please go ahead.

F: Are you married, Anna?

A: I don't really want to talk about personal issues like marriage. If you could talk to me about IKEA that would be much better.

F: You said you needed moral support and now you wanna talk about IKEA. Are you a workaholic or what?

A: I wish I knew what it was you meant by that, but I don't. Sorry.

F: Let’s try something simpler, shall we? How old are you Anna?

A: I prefer not to discuss my age; let's talk about IKEA.

F: Mmmmhh, how boring!

A: If you don't wanna talk about it, shut up and give me a virtual kiss.

F: I very much doubt it would be enjoyable to either of us. Let's talk about Artificial Solutions instead.

A: Ahhhhh, no, please! I don’ t wanna talk about it. If I cannot talk about IKEA, we have nothing to talk about.

F: I don’ t like you, Anna. You are too cold.

A: If I have unintentionally offended you then I apologise. If you think that I am not providing you with useful information about IKEA you can contact the Customer Service at your nearest IKEA Store.

F: I will.


Vorrei farvi notare la risposta data a Frankino all'affermazione "I don't like you".
Ora, fate attenzione alla mia...(I don' like you).
Come potete vedere manca la "t", eppure Annetta ha risposto. Con secca ironia, da quanto capisco io.
Se così fosse, sorgono varie domande:
A) ha dedotto che mi è partito il dito e che sono una donna?
B) ha letto nelle mie parole un acido commento, rispondendo quindi in vero stile "donna isterica" ferita nell'onore?
C) vuole avere una seconda chance con Frankino?

Mmmmm...

domenica 10 giugno 2007

sabato 9 giugno 2007

La nuova frontiera...



Oopsss...

La tecnologia al servizio dell'uomo

Devo conoscere il genio che si è inventato 'sto guizzo di delirioironico.
Secondo la teoria dello small world non dovrebbe essere impossibile...se solo sapessi chi è il genio...
Dettagli.
Nel mentre, vi prego: guardate l'espressione (!) della graffetta...
Mi fa ammazzare!

Oops!
Ehm...no, bloody office assistant, it doesn't look like I'm committing suicide...

martedì 5 giugno 2007

Triplo tolup

Mi chiedevo: cosa succederebbe se facessi tradurre ad Arthur l'incipit di una nota (a fagiol citata) storia di un ciocco che diventa bimbo?
Si armerebbe si santa pazienza e, leggendo l'italiano, la porterebbe per manina verso la sua anglosassone lingua madre.
Se però chiedessi -poi- ad Arthur di tradurre nuovamente in italiano il suo risultato , Mr "ARput you tongue between your teethUR" mi guarderebbe di certo con aria posh, sbottando in un very polite: "are you out of your mind?".
Oppure, per non sembrare scortese, mi consegnerebbe come risultato di cotanto idiota lavoro -pensandomi silenziosamente e giustamente demente- il mio testo iniziale.

Il nostro amico GoogleLanguageTool, invece, ottempera. Ottempera e non commenta.
Ottempera. Macina e spreme i suoi schiavi O e 1 per far loro esaudire ogni mio desiderio linguistico, ed ecco.

E UNO...

C'era una volta un pezzo di legno.
Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d'inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze.
Non so come andasse, ma il fatto gli è che un bel giorno questo pezzo di legno capitò nella bottega di un vecchio falegname, il quale aveva nome mastr'Antonio, se non che tutti lo chiamavano maestro Ciliegia, per via della punta del suo naso, che era sempre lustra e paonazza, come una ciliegia matura.

E DUE...

There was once a wood piece.
It was not a wood of lusso, but a simple piece from stack, of that of winter they are put in the stufe and the fireplaces in order to ignite the fire and in order to heat the rooms.
I do not know as it went, but the fact it is that a beautiful day this piece of wood capitò in the bottega of an old carpenter, which had name mastr'Antonio, if not that all called it master Ciliegia, for via of the tip of its nose, that he was always lustra and paonazza, like one mature cherry.

E TRE...

Ci era una volta una parte di legno.
Era un legno non del lusso, ma una parte semplice dalla pila, di quello dell'inverno sono messi nello stufe e nei camini per bruciare il fuoco e per riscaldare le stanze.
Non so come è andato, ma il fatto che è che un giorno bello questa parte di capitò di legno nel bottega di un carpentiere anziano, che ha avuto mastr'Antonio nome, se non che tutti gli hanno denominato Ciliegia matrice, per via della punta del relativo naso, che era sempre lustra e paonazza, come una ciliegia matura.


lunedì 4 giugno 2007

She is teaching the machine

venerdì 1 giugno 2007

PowerPoint delirium

Aspettando con ansia il momento in cui il PowerPoint si animerà di vita propria autopresentandosi, ecco un geniale utilizzo a tradimento dello strumento.



Documentazione correlata:

Apri

Apri

User-friendly...



A fagiolo, leggo su Wikipedia la definizione di "usabilità":

L'usabilità è definita dall'ISO (International Standard Organization), come l'efficacia, l'efficienza e la soddisfazione con le quali determinati utenti raggiungono determinati obiettivi in determinati contesti.
In pratica definisce il grado di facilità e soddisfazione con cui l'interazione uomo-strumento si compie.
Il termine non si riferisce ad una caratteristica intrinseca dello strumento, quanto al processo di interazione tra classi di utenti, prodotto e finalità. È però d'uso comune - per estensione - l'uso di questo termine in forma di aggettivo (es: lo strumento caio è particolarmente usabile.)
Il problema dell'usabilità si pone quando il modello del progettista (ovvero le idee di questi riguardo al funzionamento del prodotto, che trasferisce al design del prodotto stesso) non coincide con il modello dell'utente finale (ovvero l'idea che l'utente concepisce del prodotto e del suo funzionamento).
Il grado di usabilità si innalza proporzionalmente all'avvicinamento dei due modelli (modello del progettista, e modello dell'utente).
Tra le caratteristiche di un prodotto per essere usabile (o user-friendly) vi sono:
- adeguatezza: devono essere richiesti solo gli input necessari per svolgere un determinato compito.
- facilità di apprendimento: l'utilizzo deve essere chiaro ed intuitivo, rendendo minima la lettura di manuali o istruzioni d'uso (che a loro volta devono essere chiari e comprensibili).
- robustezza: l'impatto dell'errore deve essere inversamente proporzionale alla probabilità d'errore.
L'usabilità si determina rispondendo a domande quali:
- che cosa vuole o deve ottenere l'utente?
- qual è il retroterra culturale e tecnico dell'utente?
- qual è il contesto in cui opera l'utente?
- che cosa deve essere demandato alla macchina e che cosa invece va lasciato all'utente?
All'inizio di ogni progetto impegnativo, si dovrebbero ottenere risposte per le domande precedenti attraverso un'analisi dell'utente e delle sue esigenze.
Sono almeno tre le modalità per trovare le suddette risposte:
- analisi delle esigenze incentrate sull'utente
- costruzione dei profili utente
- verifiche di usabilità.

Meditiamo, gente.
Meditiamo

giovedì 31 maggio 2007

Cosa non si fa per risparmiare

Quiz

La presente vignetta è stata ispirata da:

A) una nota compagnia di bandiera in mutande di un noto stato membro UE
B) una compagnia low cost che promette -a breve- di portarci tutti negli States per una manciata di euro
C) entrambe



Marco, tu che dici?

mercoledì 30 maggio 2007

Le 3 leggi di Asimov - Le 5 leggi di Cipolla


Fantascienza

Le tre leggi della robotica di Asimov:

  1. Un robot non può danneggiare un essere umano, né può permettere che il suo mancato intervento danneggi un essere umano.
  2. Un robot deve obbedire in tutto agli esseri umani, fin tanto che ciò non contrasti con la prima legge.
  3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, fin tanto che ciò non contrasti con le prime due leggi.


Attualità

Le cinque leggi sulla stupidità umana di C. M. Cipolla:

  1. Sempre ed inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.
  2. La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona.
  3. Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un'altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.
  4. Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare, i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.
  5. La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista.

martedì 29 maggio 2007

Par condicio...

senza commenti...

Uomini, donne, macchine e Ichino

Uomini: indubbio che la vignetta nasca da menti testosteronizzate e mani pelose.
Donne: protagoniste solo per fare ironia?
Macchine: in questo caso, innocenti.
Ichino: basta con i "fancazzism professionals"! Uomini o donne che siano. Tutti a casa!




lunedì 28 maggio 2007

Il futuro dei GPS? - 2 -

Ho il leggero sospetto che aleggi un velato maschilismo, nel mondo tecnologico.
Strano.

Il futuro dei GPS?

domenica 27 maggio 2007

A tema...


Paradiso
ad
accesso
profilato...

L'uomo fallibile

L'uomo è fallibile.
L'uomo è imperfetto.
Verità.
C'è chi si propone come guida per arginare l'uomo nel suo cammino di fallibilità (!) e condurlo alla salvezza.
Sono le stesse persone che permettono che accada quello che vedrete...le stesse che stanno cercando di bloccare la diffusione di quanto vedrete.
Le stesse che, vestite da pecore immacolate, mascherano la vita da lupi di alcuni di loro, invece di negarli, denunciarli, consegnarli e lasciare pure che sia chi di dovere a giudicarli e condannarli. Qui. Sulla terra.
Se è vero che sembra possibile sostituire gli umani con gli androidi per funzioni molto meno ripetitive di quelle dei preti, mi chiedo se non si possa cominciare proprio da loro...
Diffondete il filmato.
¡Basta ya!







sabato 26 maggio 2007

"EASY TO FORGET he'S NOT HUMAN"???



COMMUNICATION TOOL? Telefono del futuro? Riunioni di lavoro con umani e androidi insieme? Cloni di acciaio e silicone per essere ubiqui?

A voi le considerazioni.

Chi imita chi?





Chapeau, Garry!

Tralasciando per un attimo il -di certo donato- milionario cestino merenda (sandwich, mela, snack e bibita) in platino e diamanti, non si può non ammirare lo slancio.

Molto autoironico, il nostro.

Complotto?

Uno a zero per la macchina? No way...

Darliong,
tu che sei un grande esperto di sudate partite con 12enni meccaniche, che dici?

Garry and Deep Blue - 1997

Uno a zero per la macchina...

mercoledì 16 maggio 2007

Do you translate for us?

Sempre in tema di traduzioni, sempre in stile semiserio:

We are teaching the machine...

domenica 13 maggio 2007

Traduzione libera - Genius at work

Una manciata d'anni fa,
i media diffondevano questo pregevole contributo artistico.
Lo spensierato work of art confermava il fenomeno di costume Britney Spears rendendoci tutti (?) appassionati (?) delle sue evoluzioni musicali e involuzioni umane.
Oggi, per festeggiare il suo ritorno sulle scene (Tg1! -edizione serale!- dixit!), parliamo di lei.
Per meglio gustarci l'umana traduzione in video -che mette in spendido risalto la profondità del messaggio, rinfreschiamoci la memoria con parte del testo:

Yeah yeah yeah yeah yeah
yeah yeah yeah yeah yeah yeah
Oops! I did it again
I played with your heart
got lost in the game
oh baby baby
oops!...you think I'm in love
that I'm sent from above
I'm not that innocent
I think i did it again
I made you believe
were more then just friends
oh baby baby
it might seem like a crush
but it doesn't mean
that I'm serious
cause to lose all my senses
that is just so typically me
oh baby baby
oops I did it again
I played with your heart
got lost in the game
oh baby baby
oops!...you think I'm in love
that I'm sent from above
I'm not that innocent
[...]

And now, ladies & gentlemen, the Genius:

giovedì 10 maggio 2007

lunedì 7 maggio 2007

Il monologo di Amleto - Originale

To be, or not to be: that is the question:
Whether 'tis nobler in the mind to suffer
The slings and arrows of outrageous fortune,
Or to take arms against a sea of troubles,
And by opposing end them?
To die: to sleep;
No more; and by a sleep to say we end
The heart-ache and the thousand natural shocks
That flesh is heir to, 'tis a consummation
Devoutly to be wish'd.
To die, to sleep;
To sleep: perchance to dream: ay, there's the rub;
For in that sleep of death what dreams may come
When we have shuffled off this mortal coil,
Must give us pause: there's the respect
That makes calamity of so long life;
For who would bear the whips and scorns of time,
The oppressor's wrong, the proud man's contumely,
The pangs of despised love, the law's delay,
The insolence of office and the spurns
That patient merit of the unworthy takes,
When he himself might his quietus make
With a bare bodkin? who would fardels bear,
To grunt and sweat under a weary life,
But that the dread of something after death,
The undiscover'd country from whose bourn
No traveller returns, puzzles the will
And makes us rather bear those ills we have
Than fly to others that we know not of?
Thus conscience does make cowards of us all;
And thus the native hue of resolution
Is sicklied o'er with the pale cast of thought,
And enterprises of great pith and moment
With this regard their currents turn awry,
And lose the name of action.


Ascolta il Capolavoro

Il monologo di Amleto - Traduzione italiana

Essere o non essere, questo è il problema.
Se sia più nobile sopportare
le percosse e le ingiurie di una sorte atroce,
oppure prendere le armi contro un mare di guai
e, combattendo, annientarli.
Morire, dormire.
Niente altro.
E dire che col sonno mettiamo fine
al dolore del cuore e ai mille colpi
che la natura della carne ha ereditato
È un epilogo da desiderarsi devotamente.
Morire, dormire.
Dormire, forse sognare: ah, c'é l'ostacolo,
perchè in quel sogno di morte
il pensiero dei sogni che possano venire,
quando ci saremo staccati dal tumulto della vita,
ci rende esistanti.
Altrimenti chi sopporterebbe le frustate e lo scherno del tempo
le ingiurie degli oppressori, le insolenze dei superbi,
le ferite dell'amore disprezzato,
le lungaggini della legge, l'arroganza dei burocrati
e i calci che i giusti e i mansueti
ricevono dagli indegni.
Qualora si potesse far stornare il conto con un semplice pugnale,
chi vorrebbe portare dei pesi
per gemere e sudare
sotto il carico di una vita logorante
se la paura di qualche cosa dopo la morte,
il paese inesplorato dal quale nessun viandante ritorna,
non frenasse la nostra volontà,
facendoci preferire i mali che sopportiamo
ad altri che non conosciamo?
Così la coscienza ci fa tutti vili
e così il colore innato della risolutezza,
lo si rovina con una squallida gettata di pensiero
e le imprese d'alto grado e il momento,
proprio per questo, cambiano il loro corso
e perdono persino il loro nome di azioni

Ascolta il Senso

Il monologo di Amleto - Babelfish

Per essere, o non essere: quella è la domanda:
Se 'i tis più nobili nella mente soffrire le imbracature e le frecce di fortuna outrageous,
o per prendere l'armi contro un mare delle difficoltà ed opponendo le concludono?
Per morire: per dormire;
Nient'altro;
e da un sonno per dire concludiamo
il heart-ache e le mille scosse naturali
che la carne è erede a,
'tis un consummation Devoutly da essere wish'd.
Per morire, dormire;
Per dormire: perchance al sogno:
ay, ci è lo sfregamento;
Per in quel sonno della morte
che sogni possono venire quando abbiamo mescolareato
fuori di questa bobina mortale,
dobbiamo darci la pausa:
ci è il rispetto che fa la calamità di vita così lunga;
Per chi sopporterebbe le fruste e disprezza di tempo,
il torto del oppressor,
il contumely dell'uomo fiero,
i pangs di amore disprezzato,
la legge fa ritardare,
il insolence dell'ufficio
e spurns
quel merito paziente degli introiti indegni,
quando egli stesso potrebbe il suo quietus fare con un bodkin nudo?
di chi fardels sopportano,
grunt
e sudare sotto una vita stancata,
ma quella il terrore di qualcosa dopo la morte,
il paese del undiscover'd di cui da bourn nessun viaggiatore rinviamo,
imbarazziamo la volontà e li incitiamo piuttosto a sopportare
quei ills avere che il mosca ad altri che conoscessimo non?
Così la coscienza fa i vigliacchi di noi tutti;
E la tonalità natale di risoluzione è così sicklied
il o'er con il getto pallido di pensiero
e le imprese del midollo grande
ed il momento con questo riguardo che le loro correnti girano awry e perdono il nome di azione.

Ascolta il Delirio

Ascolta le prove